sabato 3 dicembre 2011

L'inizio della storia

Sono stanco.
Vi chiederete come mai ho scelto proprio questa frase per inaugurare un blog. Blog. E' una parola strana, non trovate? Non scivola bene sulla lingua, indugia un attimo di troppo. Sarà che sono un vecchio incartapecorito, ma le nuove tecnologie mi sfuggono ancora. Così come i vari lettori ebook e tutti i gadget associati.
Sono un editor. Che cosa vuol dire? Vuol dire che mi occupo della correzione e ideazione dei manoscritti. Proprio così, mi riferisco ai manoscritti che proprio tu, o lettore, hai inviato almeno una volta nella vita in una qualche redazione. Io c'ero, te l'assicuro. Ci sono sempre stato. Ho cambiato una decina di editori e adesso, finalmente, posso permettermi del sano menefreghismo. Mi chiamano freelance, talent scout; io mi definisco un Lettore Spassionato. Per voi però sarò l'Anonimo Informato.
Noto infatti che si parla molto di editoria e delle sue dinamiche. Molti però preferiscono riempirsi la bocca di paroloni che non conoscono; preferiscono trincerarsi dietro una marea di stronzate. Non sto scherzando. Leggo spesso frasi del tipo "scrivo per vocazione" o "il mio editor mi ha aiutato moltissimo nella realizzazione di questo o quello".
Stronzate.
La verità è che lo scrittore odia sempre il suo editor. Perché un vero editor non si accontenta, ti rompe i coglioni fino a quando non è soddisfatto. Io sono così almeno, preferisco non far uscire un romanzo piuttosto che accontentarmi. Quindi se leggete di scrittori e editor in pace con loro stessi e con il mondo, mandateli al diavolo. Non sono onesti, vi stanno raccontando una marea di minchiate.
E' di questo che vuole parlarvi questo stupido vecchio. Di quello che è nascosto sotto l'apparenza; di raccomandazioni camuffate da casi letterari; di autori magnifici trattati di merda; di mezze calzette innalzate ad Oracoli della Conoscenza. Perché? E' molto semplice: non voglio più tacere.
Sono stanco.

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