sabato 3 dicembre 2011

Chi è uno scrittore

Questa è una domanda che mi sono posto spesso. Ma vorrei che, di tanto in tanto, se la ponessero anche altri, specie i presunti autori che bussano alla mia porta. Quando chiedo "chi è per te uno scrittore?" a chi mi invia il suo manoscritto, le risposte sono quasi sempre le stesse.

1. Uno scrittore è chi scrive per passione.

Quindi anche un bambino di dodici anni è uno scrittore. O chi scrive i bigliettini d'auguri per vocazione. O chi scrive su un blog o su un sito di fanfiction. Risposta sbagliata.

2. Uno scrittore è chi ha pubblicato un libro.

Quindi anche Mario Rossi, pubblicato a pagamento da XY Editore è uno scrittore. O Roberto Bianchi che ha pubblicato, magari non a pagamento, una sua raccolta di poesie con la piccola casa editrice della sua città. Anche questa risposta è sbagliata.

3. Uno scrittore è chi ha pubblicato più libri, anche con grandi editori.

Questa è la risposta che preferisco e, ahimè, la più diffusa (nonché la più assurda, dal momento che nega a Oscar Wilde la sua identità di scrittore, avendo pubblicato un solo romanzo). E' il caso di un ragazzo che mesi fa mi propose un suo romanzo dicendo di aver pubblicato una trilogia con una casa editrice medio-grande più altri romanzi con altri editori. E tutto nell'arco di due, tre anni. Inutile dire che il manoscritto in questione era pieno zeppo di banalità e trame trite e ritrite.

Quasi tutti gli autori italiani la pensano come quel ragazzo. Pensano che per scrivere un romanzo ci voglia passione, che per pubblicarlo occorra talento e un pizzico di fortuna. Che la fortuna sia spesso necessaria è un dato di fatto. Non è per niente scontata, però, la presenza del talento. L'ho già detto una volta: per scrivere un romanzo sentito (lontano dalle logiche commerciali e con una trama davvero pensata in dettaglio) occorrono anni, non mesi.

Perché lo Scrittore, quello vero, non si accontenta del primo risultato. Né del secondo o del terzo. Lo Scrittore vero ricerca la perfezione, butta giù e poi rilegge, corregge e lascia riposare, riprende in mano e corregge. E' un gran rompipalle, soprattutto col suo editor.

Negli ultimi anni invece, i rompipalle, sono i ragazzini e le ragazzine, o gli ometti e le donnine, che si credono Salinger ma sono meno di Melissa P.

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